1) Cosa prevede l’articolo 7, comma 5 dello Statuto Federale della F.I.G.C.?

L’articolo 7, comma 5 dello Statuto Federale della F.I.G.C. prevede che il Consiglio Federale vigili affinché le società che partecipano a campionati nazionali, adottino modelli di organizzazione, gestione e controllo idonei a prevenire il compimento di atti contrari ai principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto. I predetti modelli, tenuto conto della dimensione della società e del livello agonistico in cui si colloca, devono prevedere:

  • misure idonee a garantire lo svolgimento dell’attività sportiva nel rispetto della legge e dell’ordinamento sportivo, nonché a rilevare tempestivamente situazioni di rischio;

  • l’adozione di un codice etico, di specifiche procedure per le fasi decisionali sia di tipo amministrativo che di tipo tecnico-sportivo, nonché di adeguati meccanismi di controllo;

  • l’adozione di un incisivo sistema disciplinare interno idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello;

  • la nomina di un organismo di garanzia, composto di persone di massima indipendenza e professionalità e dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo, incaricato di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli e di curare il loro aggiornamento.

 

2) Cosa prevede l’articolo 7 del Codice di Giustizia Sportiva?

L’articolo 7 del Codice di Giustizia Sportiva (approvato dalla Giunta Nazionale del C.O.N.I. con deliberazione n. 258 dell’11 giugno 2019) prevede che “al fine di escludere o attenuare la responsabilità delle società di cui all'art. 6, così come anche prevista e richiamata nel Codice, il giudice valuta l’adozione, l’idoneità, l’efficacia e l’effettivo funzionamento dei modelli di organizzazione, gestione e controllo di cui all'art. 7, comma 5 dello Statuto” FIGC.

 

3) Il Modello di prevenzione persegue le stesse finalità del Modello 231?

Il Modello di prevenzione, adottato in base alle Linee guida ex articolo 7, comma 5 dello Statuto Federale della F.I.G.C., persegue finalità diverse rispetto al Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D. Lgs. n. 231/2001. Ove la società abbia adottato il Modello 231, è opportuno un coordinamento di tale Modello 231 con il Modello di prevenzione.

 

4) Che obiettivo hanno i disciplinari richiamati dalle Linee guida ex articolo 7, comma 5 dello Statuto Federale della F.I.G.C.?

I Disciplinari ove adottati dalle singole leghe, saranno finalizzati a fare in modo che i Modelli di prevenzione, adottati conformemente ad essi, possano assumere la struttura di appositi “sistemi di vigilanza e controllo”, focalizzati non solo sulla definizione delle misure di prevenzione, ma anche sulla loro efficace attuazione e aggiornamento nel tempo. In particolare, i Disciplinari definiranno la struttura e i contenuti principali di ciascun Modello di prevenzione, ne illustreranno i requisiti nonché forniranno indicazioni e spunti operativi per la pianificazione, adozione, attuazione e verifica di tali sistemi da parte delle società.

 

5) Chi valuterà i Modelli di prevenzione?

I Modelli di prevenzione conformi ai requisiti delle Linee Guida ex articolo 7, comma 5 dello Statuto Federale della F.I.G.C., e, ove adottati, dei Disciplinari, saranno “sistemi di vigilanza e controllo” valutabili “dal giudice federale” ai fini della scriminante o attenuante della responsabilità ai sensi dell’art. 7 CGS.

 

6) Su quanti e quali principi si basano le Linee guida ex articolo 7, comma 5 dello Statuto Federale della F.I.G.C.?

Le Linee guida ex articolo 7, comma 5 dello Statuto Federale della F.I.G.C. si basano sui seguenti dieci principi:

  • Valutazione dei rischi;

  • Leadership e impegno;

  • Controlli interni e controlli sulle terze parti;

  • Codice etico e sistema procedurale;

  • Organismo di garanzia;

  • Comunicazione e formazione;

  • Sistema interno di segnalazione;

  • Sistema disciplinare;

  • Verifiche, riesame e monitoraggio;

  • Miglioramento continuo e gestione delle non conformità.

 

7) I Modelli di prevenzione devono essere costruiti sulla base della preventiva mappatura e valutazione dei rischi?

I Modelli di prevenzione devono essere costruiti sulla base della preventiva mappatura e valutazione dei rischi e devono prevederne, ove di necessità, l’aggiornamento.

 

8) Quali rischi devono essere valutati nell’ambito dell’implementazione o aggiornamento dei Modelli di prevenzione?

Dovranno esser valutati i rischi comuni all’intero ordinamento sportivo e relativi agli illeciti che in sede di giustizia domestica hanno determinato la responsabilità della società.

 

9) Ai fini della valutazione dei rischi, quali fattori interno ed esterni devono essere tenuti in considerazione?

Ai fini dell’attività di valutazione dei rischi, dovranno essere tenuti in considerazione i seguenti fattori interni ed esterni:

  • la dimensione della società e il suo livello agonistico;

  • i soggetti giuridici su cui la società esercita il (o partecipa al) controllo e le attività da essi svolte;

  • i soggetti giuridici che esercitano il controllo sulla società;

  • le terze parti pubbliche o private con cui la società ha a che fare nello svolgimento del proprio business (es. partner commerciali, intermediari, associazioni di tifosi, pubblici ufficiali ecc.) e la natura e l’entità delle interazioni con tali terze parti;

  • gli stakeholders  della società;

  • gli obblighi e gli adempimenti di legge, normativi, contrattuali e professionali applicabili.

 

10) Quali attività devono essere eseguite da parte dell’organo amministrativo e dai soggetti apicali della Società?

I Modelli di prevenzione dovranno prevedere il compimento delle seguenti attività da parte dell’organo amministrativo e dei soggetti apicali delle società:

  • stanziamento di adeguate risorse organizzative ed economiche destinate alla attuazione dei Modelli di prevenzione;

  • nomina dell’organismo di garanzia previsto dall’art. 7, comma 5, dello Statuto FIGC;

  • approvazione di un piano che esponga la strategia di gestione dei rischi individuati sulla base della valutazione dei rischi, pianifichi attività da svolgere al fine di gestire i rischi individuati e consuntivi le attività già svolte;

  • adozione di misure disciplinari proporzionate nei confronti dei soggetti responsabili di violazioni rispetto a quanto previsto nei Modelli di prevenzione;

  • attuazione di una politica di formazione e comunicazione interna ed esterna, adeguata alla dimensione e al livello agonistico di ciascuna società, al fine di sensibilizzare i soggetti interessati in relazione a specifiche situazioni di rischio individuate sulla base della valutazione dei rischi.

  • verifica dell’allineamento tra la strategia della società e le previsioni del Codice etico e dei Modelli di prevenzione;

  • incoraggiamento della segnalazione di eventuali atti contrari ai principi di lealtà, correttezza e probità nonché di violazioni del Codice etico e dei Modelli di prevenzione;

  • promozione del miglioramento continuo dei Modelli di prevenzione.

 

11) Le Linee guida ex articolo 7, comma 5 dello Statuto Federale della F.I.G.C. prevedono che oltre al Codice Etico la Società debba dotarsi di altri documenti?

Le società devono dotarsi di un sistema procedurale proporzionato ai rischi di comportamenti non etici e rilevanti ai fini della responsabilità di cui al CGS, che la singola società deve affrontare e alla dimensione e livello agonistico della stessa. Il Codice Etico e il sistema procedurale costituiscono parte integrante di ciascun Modello di prevenzione. Il Codice Etico e le procedure devono trovare applicazione nei confronti di tutti gli amministratori, dipendenti, collaboratori, tesserati ed altri soggetti operanti all’interno dell’organizzazione della società.  Il Codice Etico e le procedure devono inoltre essere divulgati all'interno della società e inclusi nelle sessioni formative. Il Codice Etico e le procedure devono essere aggiornati in occasione di aggiornamenti significativi della mappatura dei rischi oppure nel caso di una riorganizzazione o di una ristrutturazione della società.

 

12) Le società devono implementare apposite procedure di controllo sulle terze parti?

Con specifico riferimento ai controlli sulle terze parti, devono essere previste procedure di controllo proporzionate al livello di rischio di comportamenti non etici associato alla tipologia di terze parti o alla singola terza parte con cui la società entra in contatto nell’ambito delle proprie relazioni e che potrebbero comportare conseguenze negative in termini economici e reputazionali per la società.

 

13) I Modelli di prevenzione devono prevedere che le Società siano soggetti a controlli interni?

I Modelli di prevenzione dovranno pertanto stabilire che le società sottopongano ad adeguati controlli i processi interni alla società relativi alle attività identificate come a rischio, secondo i seguenti criteri:

  • stabilendo specifici meccanismi di controllo in relazione a ciascun processo;

  • attuando i controlli sui processi in conformità ai criteri di cui sub a);

  • custodendo per il tempo necessario le informazioni documentate in modo da poter confidare nel fatto che i processi siano stati effettuati come pianificato.

 

14) Chi deve nominare l’organismo di garanzia?

La nomina dell’Organismo è di competenza dell'Organo Amministrativo.

 

15) Di che tipo può essere la composizione dell’organismo di garanzia?

La composizione dell’Organismo di Garanzia può essere sia monosoggettiva che plurisoggettiva.

 

16) L’organismo di garanzia può essere composto dagli stessi membri dell’organismo di vigilanza?

Nell’ottica di assicurare il migliore coordinamento dei Modelli di prevenzione con il Modello 231, le società potranno decidere di nominare come Organismo di Garanzia lo stesso Organismo di Vigilanza previsto dal proprio Modello 231.

 

17) Quali sono i requisiti dei componenti dell’organismo di garanzia?

Così come per l’organismo di vigilanza previsto dal D.Lgs. 231/2001, i requisiti dei componenti dell’Organismo di Garanzia sono la indipendenza e la professionalità di cui all'art. 7 comma 5 dello Statuto.

 

18) I membri dell’organismo di garanzia possono essere coinvolti nell’esercizio di attività aziendali?

Le persone che compongono l’organismo di garanzia non devono essere direttamente coinvolte nell’esercizio delle attività aziendali, onde evitare qualsiasi potenziale conflitto di interesse che potrebbe sorgere nel caso in cui si trovassero ad essere contemporaneamente controllori (quali membri dell’organismo) e controllati (quali persone che svolgono compiti operativi all’interno della società). In ogni caso, devono essere evitate ingerenze e condizionamenti di tipo economico o personale da parte dell’Organo Amministrativo e dei soggetti apicali della società.

 

19) Quali compiti fanno capo all’organismo di garanzia?

I compiti di vigilanza e aggiornamento che fanno capo all’Organismo di Garanzia richiedono che esso si occupi di:

  • vigilare sul funzionamento e sull’osservanza dei Modelli di prevenzione;

  • verificare l’adeguatezza di tali Modelli anche alla luce di eventuali cambiamenti di attività e organizzazione, nonché dell’aggiornamento della valutazione dei rischi e degli esiti delle attività di monitoraggio e riesame svolte dalla società;

  • promuovere e verificare l’aggiornamento dei Modelli di prevenzione.

 

20) I Modelli di prevenzione prevedono l’implementazione, l’aggiornamento e la gestione di appositi flussi informativi?

I Modelli di prevenzione prevedano flussi informativi dalle funzioni aziendali verso l’organismo. Tali flussi potranno essere assicurati in qualsiasi modo idoneo ovvero articolati attraverso apposite relazioni periodiche dei responsabili delle funzioni ed eventuali informative specifiche nel caso in cui si le funzioni vengano a conoscenza di situazioni rilevanti per l’attività di vigilanza dell’organismo. 

 

21) L’Organismo di garanzia deve essere dotato di risorse economiche?

L’organismo deve avere una dotazione di risorse economiche attraverso l’assegnazione di un budget approvato dall’organo Amministrativo su proposta dell’organismo medesimo.

 

22) L’Organismo di garanzia deve disciplinare il proprio funzionamento e le proprie attività attraverso uno specifico regolamento?

Si

 

23) Quali sono le modalità in funzione delle quali deve essere erogata la formazione?

Le attività formative dovranno essere erogate, eventualmente tramite programmi condivisi con le Leghe di competenza, al fine di sensibilizzazione i destinatari (i) sulle concrete modalità di commissione di comportamenti non etici - che potrebbero avere un impatto reputazionale e/o economico negativo per la società – caratteristiche del settore in cui la società opera e della concreta operatività della stessa, nonché (ii) sulle modalità con cui tali situazioni devono essere valutate ed affrontate.

La formazione è obbligatoria per i nuovi dipendenti e collaboratori come step del processo di inserimento nella struttura aziendale e dovrebbe essere adattata ai rischi specifici associati a specifici processi aziendali caratterizzati da rischi tipici di commissione di comportamenti non contrari ai principi etici.

Inoltre, la formazione per essere efficace dovrà essere erogata in modo continuativo e regolarmente monitorata e valutata.

 

24) La formazione può essere svolta mediante percorsi e-learning?

Oltre alle tradizionali sessioni in aula, le società possono optare per percorsi di e-learning e altri strumenti basati sull’utilizzo della tecnologia. In ogni caso, qualunque sia il format utilizzato, la formazione deve essere in grado di garantire che coloro che vi partecipano sviluppino una solida comprensione delle previsioni delle politiche e delle procedure aziendali e dei relativi risvolti pratici.

 

25) I Modelli devono prevedere quali comunicazioni devono essere effettuate dalla Società?

I Modelli di prevenzione devono prevedere quali comunicazioni interne ed esterne pertinenti devono essere effettuate dalle società, stabilendo in particolare quanto segue:

  • cosa deve essere comunicato;

  • quando deve essere effettuata la comunicazione;

  • a chi deve essere destinata la comunicazione;

  • con quali modalità deve essere erogata la comunicazione;

  • chi deve effettuare la comunicazione;

  • le lingue in cui deve essere effettuata la comunicazione.

 

26) Chi può/deve segnalare comportamenti contrari ai principi etici di lealtà, correttezza e probità e di violazione del Codice Etico e dei Modelli di prevenzione?

Gli amministratori, dirigenti, dipendenti, collaboratori, atleti e anche ai soggetti esterni che collaborano con la società.

 

27) Il Sistema di segnalazione deve essere regolamentato mediante apposita procedura?

Si.

 28) Quali sanzioni deve contemplare il Sistema disciplinare in ambito Modello di prevenzione?

Il sistema disciplinare deve contemplare una pluralità di sanzioni, graduate in ragione della gravità delle violazioni accertate. I Modelli di Prevenzione devono pertanto individuare nel dettaglio le sanzioni disciplinari, ricollegando a ciascuna tipologia di violazione le sanzioni applicabili, secondo una logica di proporzionalità. Le sanzioni dovrebbero spaziare da misure conservative, per le infrazioni più tenui, a provvedimenti idonei a risolvere il rapporto nel caso di violazioni più gravi, compatibilmente con la normativa federale sul tesseramento.

29) Il Sistema disciplinare deve riguardare solo i dipendenti?

Il sistema disciplinare deve riguardare non solo i dipendenti, ma anche i membri degli organi della società e anche i soggetti estranei all’organizzazione. Con riferimento alle terze parti devono essere previste clausole contrattuali che sanzionino le violazioni con la risoluzione del contratto nei casi più gravi.

 

30) Che tipo di monitoraggio deve essere svolto sul Modello di prevenzione?

Le società dovranno quindi valutare come monitorare e valutare l’efficacia dei loro Modelli di prevenzione al fine di apportare, ove necessario, le opportune modifiche. Oltre al monitoraggio periodico, le società dovrebbero verificare l’adeguatezza dei propri Modelli di prevenzione in risposta ad altri fattori, quali eventuali modifiche intervenute nella normativa di riferimento, nell’organizzazione della società o in altri fattori interni o esterni rilevanti per il Modello di prevenzione.

 

31) Il Modello di prevenzione devono prevedere modalità di gestione delle non conformità?

Si, i Modelli di prevenzione devono prevedere che quando si verifica una non conformità, la società debba:

  • reagire tempestivamente alla non conformità e, per quanto applicabile:

-       intraprendere azioni per tenerla sotto controllo e correggerla;

-       affrontarne le conseguenze;

  • valutare l'esigenza di azioni per eliminare la causa o le cause della non conformità in modo che non si ripeta o non si verifichi altrove:

-       riesaminando la non conformità;

-       determinando le cause della non conformità;

-       determinando se esistono o potrebbero verificarsi non conformità simili;

  • attuare ogni azione necessaria;

  • riesaminare l'efficacia di ogni azione correttiva intrapresa;

  • effettuare, se necessario, modifiche al Modello di prevenzione.

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